Il Progetto-Il Calendario-I Mercatini

UN PROGETTO DI EDUCAZIONE ALLA SOLIDARIETA’ E DI CITTADINANZA ATTIVA: le adozioni scolastiche a distanza del Liceo “Rambaldi-Valeriani e Alessandro da Imola”.

Vi raccontiamo come abbiamo vissuto la progettazione e la realizzazione del calendario per il 2017 da protagonisti. Non ci aspettavamo che il lavoro fosse così complesso e articolato! Però ci siamo divertiti e abbiamo conosciuto persone nuove. Senza cadere nella retorica, non è male sapere di aiutare qualcuno che forse non incontrerai mai, ma che comunque penserà agli studenti di Imola con affetto.

 La soddisfazione del lavoro finito, la consapevolezza di una crescita personale che è nata dal confronto, il sentirsi utili per qualcuno: non si tratta di un’esperienza passiva nella quale si fa del bene unicamente per valori morali o etici, ma di un’attività costruita che mette in gioco ciascuno di noi e soprattutto chiama in causa la nostra creatività. La progettazione e la realizzazione degli scatti è stata sicuramente la parte più divertente. Coordinare il lavoro di un numero considerevole di persone è spesso difficile (soprattutto coinvolgere i nostri compagni maschi!) ed è sorprendente come si riesca a farlo in così breve tempo!

E’ un progetto che fa onore alla nostra scuola e accresce il nostro senso di appartenenza: una goccia nell’oceano che esiste da tanti anni (dal 2001!)!  Nei quattro anni precedenti abbiamo partecipato in modo indiretto alle varie fasi del progetto, quest’anno in modo diretto. Tutti gli studenti del Polo Liceale sono coinvolti se lo vogliono: ognuno ha la possibilità di contribuire a qualcosa di unico con la consapevolezza che non sono le grandi azioni a cambiare il mondo. Siamo anche convinti che questo progetto sia all’insegna della sussidiarietà perché non fa elemosina, ma dà gli strumenti per migliorare il proprio paese da sé. Pierre Lokeka, referente del progetto a Bukavu, nella primavera scorsa, ci ha informato direttamente sul progetto e questo ha accresciuto in noi la fiducia nella possibilità di poter colmare un po’ il divario tra nord e sud del mondo.  Ed è bello essere educati a scuola a questo sguardo sul mondo.

 

Presentazione del Calendario "UN ANNO PER BUKAVU" 

 

DOMENICA 6 NOVEMBRE 2016 - ore15.30

Sala "Dopo di noi" - Istituto S.Caterina via Cavour 2/E - Imola

 

I Mercatini della Solidarietà

 

SABATO 12 NOVEMBRE 2016 e SABATO 3 DICEMBRE 2016 

dalle 15 alle 18

in occasione dell'OPEN DAY

GIOVEDI' 15 DICEMBRE 2016 e MARTEDI' 20 DICEMBRE 2016 in occasione deI ricevimento generale

 

 

UN PONTE SOLIDALE PARTE DALLA SCUOLA:

IL VERO NOME DELLA PACE E’ EDUCAZIONE

Finalità del progetto:

Educare alla cittadinanza attiva e alla solidarietà agita esprime la tensione propositiva e progettuale per un miglioramento delle condizioni di vita di tutte le donne e di tutti gli uomini del mondo in linea con quanto richiesto dalla risoluzione su “Educazione e Sviluppo” del Consiglio dell’Unione  Europea, nel maggio 2008.

In concreto, significa dare speranza, far toccare con mano che è possibile cambiare alcune logiche del mondo; far crescere la consapevolezza che l’educazione alla solidarietà è educazione alla pace sia attraverso la rete di amicizia che si è creata con un gruppo di giovani di Bukavu, sia attraverso la testimonianza dei bambini adottati.

E altro…: limiti dell’informazione, guerre dimenticate, principio della ridistribuzione delle risorse, superamento dell’ostilità verso le persone di colore perché la conoscenza fa nascere accoglienza senza stereotipi.

Motivazioni:

1)      far appassionare al cammino scolastico attraverso il ”desiderio di andare a scuola” di bambini in paesi in situazione di sottosviluppo

2)      far conoscere  la “Dichiarazione Universale dei diritti dell’uomo e del cittadino”, soprattutto il diritto all’educazione e alla solidarietà (art. 26: “ogni uomo ha diritto all’educazione”).

Obiettivi:

1)educare alla solidarietà e alla pace “facendo capire che la comunità non può progredire senza sforzi personali e la collaborazione attiva di tutti” (J. Piaget  e J. Muhlethaler, 1958, Ginevra);

2)far sentire gli studenti soggetti attivi del mondo in cui vivono

Tappe del percorso del progetto di adozioni scolastiche a distanza (=PPA) a Bukavu, nella Repubblica Democratica del Congo:

A tutt’oggi sosteniamo 82 bambini, in collaborazione con Brapte (Ong di Bukavu) e l’Oratorio di San Giacomo di Imola. Il Liceo“Rambaldi-Valeriani” e “Alessandro da Imola” ha aderito dal 2001 a questo progetto. Per l’a.s. 2015-’16 si articolerà in tre tappe:

1)      incontri con le classi dei licei, in particolare con le classi prime, con giovani/adulti dell’Oratorio di San Giacomo che si sono recati a Bukavu o giovani provenienti da Bukavu (in lingua francese) o giovani laureandi dell’Associazione “Pace adesso”

2)      calendario con foto a tema. Il tema di quest’anno sarà: “Opere letterarieII”, un percorso tra alcune opere letteraie e la ripoposta del calendario del 2006 dedicato allo stesso argomento.

Coordinamento: classi VA- VB-VC Scientifico. Ad ogni foto parteciperà un gruppo di studenti da ogni sede.

3)      mercatino di oggettistica varia per i pomeriggi sia dell’open day che dei ricevimenti generali. Ciò sarà possibile grazie all’aiuto di un gruppo di mamme di ex alunni, di alcuni collaboratori scolastici, e di alcune classi di alunni, perché, soprattutto durante le ore di chimica, verranno prodotte in laboratorio saponette e candele e altra oggettistica sarà realizzata nelle ore di religione. Ogni mercatino avrà un tema prevalente a seconda del materiale prodotto.

E in ulteriori due tappe proposte agli studenti di tante altre scuole secondarie dall’Oratorio di San Giacomo (attività volte a sostenere un ulteriore gruppo di adozioni scolastiche a distanza sempre a Bukavu):

4)       raccolta stracci il primo giorno di vacanza

5)       vendita di uova di cioccolato a  pasqua

 

Il cuore dell’educazione allo sviluppo è da una parte imparare a prendere coscienza, dall’altra agire.

Dal Piano dell’Offerta Formativa dei Licei “Rambaldi-Valeriani” e “Alessandro da Imola”

 

 

“Perché non accada mai più “

   “La vista di quell’orrore così imponente e aggressivo rappresenta una delle esperienze più devastanti che ho vissuto. In quelle stanze mi sono sentita strappare via dal mio mondo, lo stesso che era rimasto a guardare senza fare nulla per evitare o, almeno, diminuire la portata di quella tragica caduta dell’umanità. Ma per finire dove? In quel baratro di morte, ogni speranza di un futuro sembrava impossibile. Tra quelle stanze non si erano perdute soltanto le centinaia e centinaia di uomini, donne e bambini che vi erano stati uccisi, ma tutti noi. Mi sono sentita nuda e vuota, e per la prima volta completamente inutile. Che cosa avremmo potuto mai fare per tutte quelle vittime innocenti?” E’ un passaggio del libro “Mentre il mondo stava a guardare” ; il libro parla del Ruanda, del genocidio del 1994. Chi l’ha scritto narra del momento in cui visitò Murambi, la scuola dove furono barbaramente sterminati 50 mila Tutsi. Chi ha redatto quelle righe non è un sopravvissuto, né un giornalista. E’ un magistrato, Silvana Arbia. E’ colei che ha vissuto la tragedia di Murambi e di tanti altri luoghi tristemente famosi del genocidio ruandese nelle aule di un tribunale.

Silvana Arbia è arrivata in Ruanda nell’ottobre del 1999 e ha perseguito e fatto condannare molti dei principali criminali che hanno pianificato e messo in atto uno dei più incredibili mattatoi del secolo appena trascorso. Nel corso della sua narrazione trova una risposta anche all’angosciosa domanda –che fare per quelle vittime innocenti?- che si era posta a Murambi. “Una ragazzina mi si avvicinò, mi prese la mano e iniziò a stringerla forte. Era un’orfana Tutsi, superstite del massacro. Voleva studiare, tornare a leggere e imparare. Giurai a me stessa che avrei fatto tutto quello che potevo per contribuire a darle un futuro più giusto. Il mio era un impegno ineludibile.” Un impegno a cui non è venuta meno: oggi Silvana Arbia è segretario generale della Corte Internazionale di Giustizia dell’Aja. Ha deciso di continuare a perseguire coloro che commettono crimini come il genocidio, violazione dei diritti umani, crimini di guerra e contro l’umanità.

Abbiamo scelto questo libro, perché a Bukavu la guerra civile avviene nei campi profughi tra Hutu e Tutsi, in quanto Bukavu si trova a 35km dal confine con il Ruanda. Con Silvana Arbia anche noi possiamo affermare che “quello che ho imparato in questi anni è che la giustizia non può fare a meno della verità”: quello che è successo in Ruanda, continua ad accadere a Bukavu, soprattutto nei campi profughi e nella foresta, alternando rappresaglie sia contro gli Hutu che contro  Tutsi e il mondo sta a guardare ancora una volta!

 

V E Liceo Scientifico

 

 

Locandina2017.pdf