A bordo del treno della memoria, la testimonianza del viaggio
«Nel periodo compreso fra l'11 e il 18 febbraio 2025, gli studenti delle classi 4CSU e 4NSUES sono saliti a bordo del "Treno della Memoria" accompagnati dai professori Emanuela Pugliese, Davide Giardina e Massimo Amadori, un viaggio formativo istituito dall'associazione trentina "Terra del Fuoco". Gli alunni, i docenti e gli educatori Stefano ed Erika si sono imbarcati a bordo dell'autobus Petruzzi armati di valigie e zaini. Dopo diciotto lunghe ore di viaggio, il gruppo, etichettato con la lettera G, ha potuto raggiungere la prima meta del viaggio: Berlino, città su cui ancora oggi grava il peso dei crimini disumani commessi durante la Seconda guerra mondiale. Il sentimento di rammarico appartiene al clima della città ed emerge dai monumenti che si innalzano al suo interno. Il percorso nella capitale tedesca si è concluso con la visita al campo di concentramento femminile di Ravensbruck, un vero e proprio pugno allo stomaco. La mattina di venerdì 14 il treno si è spostato nella cittadina polacca di Cracovia, uno dei nodi centrali della Shoah. Il primo luogo di visita è stato il ghetto ebraico, in cui è conservata la famosa fabbrica di Schindler. La sofferenza e la speranza che si respirano in questo luogo sono ancora oggi palpabili nell'aria dei campi di concentramento e di sterminio di Auschwitz e Birkenau, l'ultima meta del viaggio, emblema degli atti osceni promulgati dal Terzo Reich. Con addosso il peso del viaggio, le due classi hanno fatto ritorno ad Imola. Il "Treno della Memoria" è molto più di un viaggio, è una famiglia. Durante il viaggio si intraprende una strada condivisa da altri 600 studenti, si inciampa in nuove amicizie. Si parte con un'idea astratta dell'Olocausto e si torna con un'idea più concreta, più vicina alla cruda realtà. Il treno rende i passeggeri testimoni attivi, vittime esterne al genocidio che ne conoscono, però, le orrende sfumature. È questa la ragione del motto "dal treno non si scende": diventa impegno di ciascun passeggero esternare ciò che ha visto e promulgarlo per evitare che si ripeta un simile orrore»
Testimonianza di ELISA FRASSINETI, classe 4CSU